Si conclude con questo volume il viaggio nei "ricordi" chiamati appunto dejù-vu da parte di Interiors. Come sempre vi troviamo fumetti, illustrazioni e altre opere artistiche. Il primo fumetto è Solo, di Danilo Manzi, sulla condanna a morte di George Stinney Jr, avvenuta quando aveva solo 14 anni. Abbiamo quindi un dejà-vu "fuori di testa" e che rompe perfino la struttura stessa del fumetto in Dejà-Rabbit, il cui soggetto è di Andrea Stella (Madness Factory di Torino), la sceneggiatura è di Marco De Giuli e i disegni di Alca Traz. Molto poetico risulta essere Rami, di Camilla Crisciotti e Marco Clelio Palmieri, con una foresta che diventa simbolo dei ricordi. Fantascientifico Umberto Tonella che in Deja Gun ci mostra una pistola in grado di modificare i ricordi o la realtà. Troviamo poi il tema sempre attuale della violenza contro le donne in "Bella da morire", di Rafa Amat, con una ragazza che a causa del suo passato diventa una vera e propria giustiziera. Senza dialoghi La notte qualcosa da sognare, di Jack Blond, con frammenti di ricordi di gioventù. Suggestivi i "quadritos" di Brunella Tegas, delle specie di ritratti vintage con cornici ridisegnate. Così come d'impatto risultano le illustrazioni di Paolo Massagli, con scheletri di mitici robottoni, o quelle di Cristiano Baricelli e de Le Nevralgie Costanti. Cito anche gli artisti coinvolti, partendo dalla copertina di Bbraio, poi Andro Malis, Flaminia De Giuli, lo stesso Marco De Giuli, Rosaria Iorio, Tiziano Onesti, Carlo Persico, Diletta Ugolini e spero di non aver dimenticato nessuno! Vi lascio come sempre con il profilo Instagram di Interiors: https://www.instagram.com/collettivointeriors/
E vi ricordo che pure Dejà-Vu Parte II era candidato al BICA del Belgioioso Comics!
Innanzitutto grazie per la recensione. Una piccola precisazione: il soggetto di Dejà-Rabbit è di Andrea Stella, uno degli autori di Madness Factory di Torino, e io (Marco) ho fatto la sceneggiatura.
RispondiEliminaCiao, grazie della precisazione, ho aggiunto :)
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