Dopo tanto tempo torniamo a parlare dei Rat-Man Gigante, con la mia veloce recensione dei numeri 76-77-78, la saga "hard boiled"!
La trilogia riscrive parte del passato di Rat-Man, o per meglio dire del passato della sua nemesi Janus Walker. Il tutto è incentrato su Topin, la storica prima spalla del supereroe che dopo la saga sulla seconda squadra segreta non era più apparso. Nelle prime due parti contenute nel numero 76 la narrazione scorre su un doppio binario. Facciamo come detto un passo indietro, a quando Tòpin si unì a Rat-Man perché voleva diventare un supereroe. Nel frattempo Walker persegue la missione di debellare tutti i supereroi che sono ancora in giro. Ci sono anche dei flashback sull'infanzia dello stesso Walker, passata seguendo i duri insegnamenti di suo padre Boda. Nel finale si torna alla conclusione della già citata saga sulla seconda squadra segreta, con Tàpin che si unisce a Walker perché vuole diventare un "cattivo!". Come contenuto speciale è presente la storia del 1991 con la prima apparizione di Tòpin.
Numero 77 che riprende il racconto con Tòpin negli laboratori di Altrove, ospite di Walker, che sta sempre cercando un sistema per eliminare tutti i supereroi. Ha l'idea di registrare il tracciato mentale di Rat-Man, per poi modificare la realtà tramite una delle sue invenzioni. E Tòpin si presenta proprio con il ratto, che è riuscito a catturare! Nel frattempo su Walker pende anche una "condanna a morte" ordinata (forse) dal Consiglio, e che verrà eseguita dal glaciale sicario Reegar. In chiusura dell'albo, una carrellata di "copertine omaggio" di Leo ai capolavori di Jack Kirby
Eccoci quindi con l'ultima parte della trilogia, con Walker che si ricongiunge dopo anni alla sua ex-moglie Kalissa. Ha bisogno anche di lei per il suo piano di modifica della realtà. Nel frattempo, si avvicina il momento in cui Reegar deve eseguire il suo ordine. E Tòpin svela finalmente la sua vera essenza. Ma la realtà stessa forse è già stata modificata in precedenza..dallo stesso Walker! Come si è capito, una saga bella complicata che è difficile riassumere. Ora che l'ho riletta per l'ennesima volta forse l'ho finalmente compresa. In apertura ho scritto "hard boiled" perché nei vari articoli alla fine degli albi Leo svela che qui ha risentito delle influenze del grande Ed Brubaker, in particolare della sua opera Criminal. In effetti la violenza scorre veramente a fiumi, ma non manca l'irresistibile umorismo dell'autore che fa capolino quando meno te l'aspetti.
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