La nostra stagione della prima stagione della serie La legge di Lidia Poet, disponibile su Netflix!
REGIA: F = 7 MV = 6 MEDIA = 6.5
STORIA: F = 7.5 MV = 7 MEDIA = 7.25
ATTORI: F = 8 MV = 7 MEDIA = 7.5
TRUCCO/PARRUCCO: F = 7 MV = 7 MEDIA = 7
COSTUMI: F = 8 MV = 7 MEDIA = 7.5
COLONNA SONORA: F = 7 MV = 6 MEDIA = 6.5
TOTALE = 7.04
FP: Nuova produzione italiana quindi per Netflix, con protagonista la talentuosa Matilda De Angelis. Lidia Poet è stata la prima avvocata italiana. Da laureata in legge si venne negata per tutta la vita l'iscrizione all'albo per poi riuscirci a sessant'anni d'età. Anche in questa serie si raccontano le battaglie di Lidia per farsi accettare da un mondo prettamente maschile. Ma a queste si alternano le indagini dell'aspirante avvocata che, aiutata dal giornalista Jacopo Barberis, cerca di scagionare i propri clienti. Quasi una Sherlock Holmes in gonnella (e Barberis è tanto Watson), o se si vuole una Perry Mason. Quando le sarà impedito di esercitare si appoggerà al fratello, che è un affermato avvocato. Un aiuto fraterno che aveva ricevuto anche la vera Poet. Per il resto il personaggio si discosta molto da quello reale, infatti "questa" Poet oltre che molto perspicace e emancipata risulta sboccata e disinibita, con grandi proteste di discendenti e altri, ma la serie va vista come un'opera di fantasia con una protagonista "ispirata a..", non certo una biografia. Apprezzabile anche qui lo sforzo produttivo, con notevoli costumi e curate scenografie. Pure gli attori risultano particolarmente bravi, partendo dalla De Angelis ma anche Pier Luigi Pasino che interpreta il fratello Enrico e pure Eduardo Scarpetta nei panni di Barberis. E i vari gialli (uno per puntata) sono abbastanza appassionanti.
MV: Godibile, non conoscevo la vecchia Lidia e subodoro potente l’odore di romanzata a proposito della sua vita e delle sue avventure, ma se serve a farci empatizzare con una donna che ha di certo contribuito alla nostra emancipazione lo accetto. È recitato bene da tutti, personaggio prefe il fratello della protagonista... i costumi sono molto belli e i casi abbastanza appassionanti... vedremo come prosegue..
Ma come si fa ad accettare che venga completamente travisata la vita privata di una donna realmente esistita che nella trasposizione cinematografica la fanno apparire come un’assatanata di sesso? Da donna mi sento umiliata da questo racconto fasullo perché sminuisce la donna in sé, in questo caso una donna che si è battuta perché le venisse riconosciuto il diritto di essere ciò che si era conquistata con lo studio: un’avvocatessa che potesse esercitare la professione al pari degli uomini! Solo questo sarebbe stato importante raccontare ed esaltare.
RispondiEliminaE quest'ultimo aspetto l'hanno pure affrontato..certo l'hanno trasformata da credente valdese a ragazza emancipata con "trombamico", questa è una scelta che non ho capito neanch'io. Certo come ho detto non vuole essere una biografia, ma un personaggio "ispirato a quello reale", però posso capire che tanti si siano sentiti risentiti
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