Avevo già recensito una precedente graphic novel dei due autori, la bellissima Jan Karski l'uomo che scoprì l'Olocausto. Per realizzare Salvezza lo sceneggiatore Rizzo e il disegnatore Bonaccorso si sono imbarcati per tre settimane nella nave Aquarius della ONG SOS Mediterraneè, di quelle che cercano di salvare vite in mare. I due si sono calati perfettamente nella vita di bordo, imparando le procedure, venendo anche addestrati e conoscendo e intervistando gli altri membri dell'equipaggio, con tutte le loro mille storie. Ma è quando si giunge al momento di salvare le vite della gente disperata che sfugge ai carcerieri libici che il libro diventa veramente drammatico. Sentir raccontare dalla gente appena scampata alla morte tutto ciò che ha dovuto affrontare è veramente toccante oltre che commovente.
E dire che per molti di noi che stanno comodamente "al caldo" quelli delle ONG sono "i taxi del mare" o "le navi dei centri sociali" e i migranti sono solo clandestini senza diritti che vogliono venire qui per combinare chissà cosa. E' un libro ovviamente schierato Salvezza, ma si fa fatica a rimanere impassibili di fronte alle morti di questi sfortunati. Una nota per le pagine che sono in un suggestivo bianco e nero con poche e mirate inserzioni di colore. L'opera di graphic journalism (qui siamo sicuramente ai massimi livelli del genere) è stata candidata a diversi premi nel 2018 (anno di uscita) e si comprende perfettamente il perché: semplicemente non si dimentica facilmente. Ed è più che mai attuale, visto che proprio in questi giorni un governo che dovrebbe essere quasi di sinistra ha deciso che i nostri porti non sono più sicuri causa l'emergenza Covid.
Salvezza - Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso
pagine 128 - euro 16Feltrinelli Comics
In ogni caso non è il genere per me, pur ritenendo importanti certe storie e certi messaggi...
RispondiEliminaMoz-
Immagino...comunque ci vogliono anche fumetti del genere :)
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