Stasera parliamo della webcomic Frikis, scritta da Dario Custagliola e disegnata da diversi autori, che si è da poco conclusa!
Avevo avuto già modo di parlare di Frikis in occasione dell'uscita dei primi capitoli, ed ora con il sesto la webcomic è giunta appunto a conclusione, e fra l'altro frappoco dovrebbe arrivare la versione cartacea. Ricordo che i Frikis erano i ragazzi cubani appassionati della cultura punk rock, da loro scoperta qualche anno in ritardo rispetto al resto del mondo. Ma i capitoli successivi si soffermano su un altro drammatico aspetto, già accennato nel primo capitolo. I Frikis finirono nei sanatori perché si trovarono ad essere infettati con il virus HIV, chi per il proprio stile di vita dissoluto e chi volontariamente. Sì, drammaticamente qualcuno arrivo ad infettarsi con il virus per raggiungere altre persone con le proprie passioni e stili di vita. Questi sanatori diventarono, più che delle carceri, quasi delle "riserve", dove queste persone si sentirono finalmente libere, anche al costo della propria vita. In queste sei capitoli assistiamo alle vite di diversi personaggi, che si intrecceranno fra di loro, lasciando un'ondata di ricordi e forse di rimorsi. Ottima la sceneggiatura di Custagliola, che ha sperimentato anche qualche soluzione narrativa innovativa, così come sono stati bravissimi i vari disegnatori. E ovviamente è veramente ottima la "colonna sonora", costituita da tutti i pezzi punk che vengono continuamente citati più o meno esplicitamente.
Per sapere di più sui Frikis ho trovato anche questo articolo su Vice: https://www.vice.com/it/article/ypn5a5/frikis-punk-cubani-hiv-dissenso
Frikis - capitoli 1-6 - di Dario Custagliola e autori vari
pagine 136 - webcomic: http://www.ehmautoproduzioni.com/comics/clash-2/frikis/
Ricordo quando ci parlasti di questa opera sui "punkettoni"!
RispondiEliminaTerribile la metafora del sanatorio come "riserva".
Cioè terribile non la tua metafora, ma terribile che per questi personaggi il sanatorio diventi l'unico modo per creare uno spazio per vivere con i propri simili..
EliminaIn uno spazio chiuso si sentirono più liberi che nella società cubana, dove venivano emarginati...un vero paradosso
EliminaGrazie a te, poi il punk rock a me piace :) Lo stile di vita un po' meno, ma quelle sono altre scelte...
RispondiEliminaMolto ma molto interessante :-)
RispondiEliminaConcordo! :)
EliminaHa uno stile molto americano, anche nel formato.
RispondiEliminaComunque dalle immagini che hai inserito, dal look (ma anche dallo stile di vita che descrivi) sembrano più punk e basta (no abbestia 😆) che punk rocker. Te lo dico perché i punk non li ho mai ben visti, come le zecche (comunisti da centro sociale che non si lavano, rasta, ecc.), mentre per il punk rock parliamo di Offspring, Green Day, Blink 182 😍
Per punk rock intendevo la musica più che altro, loro sono punk e basta, o meglio Frikis :D
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