L’evento, alla sua terza edizione, si terrà presso lo Impact Hub Torino in Barriera di Milano e coinvolgerà persone,aziende, istituzioni, speaker e startup in più di trenta attività.
Per Elia Bellussi, curatore dell’evento, fondatore e presidente del Museo Piemontese dell’Informatica (e mio amico!), “è evidente quanto sia sentito il bisogno della popolazione di nozioni in ambito digitale. Vediamo ogni giorno imporsi nuove tecnologie ma stiamo perdendo di vista quale impatto esse abbiano sulla società. Con “A bit of [hi]story”, vogliamo dare uno strumento per poter comprendere e per poter gestire correttamente questo cambiamento. Con “A bit of[hi]story” contribuiremo, in particolare, a rendere partecipi le nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali, in modo che possano essere fruitori consapevoli”.
Il temaOgni anno l’evento è legato ad un tema particolare. Il primo anno era strettamente legato al passaggio epocale dell’informatica da scienza per eletti a scienza per tutti; il secondo anno si è focalizzata l’attenzione alle influenze della stessa in ambito artistico, con la partecipazione di licei artistici e gallerie d’arte.
Quest’anno, l’evento, avrà come tema “Musica e scrittura. Come l'informatica ha influenzato la produzione e la fruizione di musica e testi.” Vediamo che sempre più spesso l’informatica influenza anche una pratica come quella di produrre testi o musica: non solo sempre più persone usano il proprio cellulare o tablet o e-reader ma siamo passati dalle macchine di Gutenberg ai word processor, ai software di impaginazione alle intelligenze artificiali che producono proprio i testi.
Stessa sorte la si è avuta in ambito musicale. I computer hanno aiutato molti compositori a trovare nuove vie per trasformare i loro pensieri in musica e, anche qui, l’intelligenza artificiale viene usata, in via sperimentale, per produrre musica. Abbiamo poi, servizi online che rendono disponibile la fruizione in streaming e che suggeriscono possibili scelte in base ai brani ascoltati.
Insomma, il futuro ci riserverà ancora molte sorprese in questi ambiti.
Agli albori della rivoluzione informatica di massa, tra gli anni ’70 ed ’80, ogni modello di personal computer era un oggetto particolare con pregi e difetti. I primi appassionati erano esperti di elettronica in grado di costruire il proprio elaboratore e avevano la competenza tecnica necessaria per interfacciarsi con questa nuova realtà, il Personal Computer.
Fino agli anni ’90, il PC assemblato è rimasto un hobby per appassionati ed esperti; oggi, invece, i computer sono in gran parte simili tra loro, l’“architettura” tecnica è ormai standard, a partire dai tablet fino ai supercomputer. Questa omologazione sta spingendo un numero di persone sempre maggiore a interessarsi ai “vecchi computer”. Esiste un vasto “movimento” di appassionati che si cimentano nel recupero e nel restauro di hardware ultratrentennale, con conseguente fiorire di mostre-mercato. Il meglio delle collezioni di computer storici da tutta Italia e non solo: non si tratta di
una mostra statica ma di un’occasione per toccare e utilizzare computer, console da gioco e altro materiale fornito da amatori e associazioni. L’esposizione sarà anche l’occasione d’incontro tra vecchi e nuovi appassionati.
Ospiti d’onore, con una propria esposizione, saranno il Musée Bolo di Losanna e il Museo Peek&Poke di Fiume.
In parallelo verrà dato risalto, esponendoli, a progetti di studenti, scuole, università, startup e aziende che presenteranno prodotti ed elaborati.
Le conferenze
Relatori di fama nazionale e internazionale presenteranno interventi su molteplici argomenti dalla storia dell’informatica, all’imprenditoria del videogioco, alla cultura digitale in generale. Tra gli altri, Yves Bolognini (Musée Bolo di Losanna), Svetozar Nilovic (Peek&Poke Museum di Fiume) e Marc Weber (Computer History Museum di Mountain View) parleranno di museologia dell’informatica e del positivo impatto sul territorio; Floriana Ferrara, membro del Team per la Trasformazione Digitale del Consiglio dei Ministri illustrerà novità in ambito pubblica amministrazione con rimandi ai progetti di inclusione per ragazze; Emilio Cozzi, giornalista di Wired e Il Sole 24 Ore ci parlerà di industria dei videogiochi e di quanto essa sia importante anche per la ricerca, Francesca Anzalone, esperta di comunicazione e digitale ci farà riflettere sulle contaminazioni tra informatica, musica e scrittura. Riccardo Sinigaglia, docente del Conservatorio di Milano e produttore musicale, ci parlerà dell’influenza della tecnologia nella composizione e produzione.
I laboratori
Le nuove generazioni, da subito a contatto con smartphone e device intelligenti sanno usare quanto li circonda ma non hanno coscienza di ciò. Per queste due giornate gli organizzatori hanno pensato a un fitto programma con laboratori di avvicinamento all’informatica, di coding e di robotica.
Si inizia il sabato mattina con due laboratori, uno di elettronica (a cura di esperti di AICA) e uno di videoproduzione (a cura di Rec-TV che presenterà un suo kit), si continua il pomeriggio con il CoderDojo, un movimento senza scopo di lucro, il cui intento è l’apprendimento del pensiero
computazionale e il problem solving anche per i più piccoli. Nel concreto, i CoderDojo di ABOH sono dei laboratori gratuiti di tre ore durante i quali, bambini e ragazzi, apprendono nozioni basilari di informatica grazie a CS Unplugged, ovvero attività didattiche sperimentali con cui utilizzeranno carte, corde, pastelli e tanta attività fisica e grazie a Scratch, un programma che consentirà loro di creare i primi programmi e videogiochi. In questo caso le ragazze e i ragazzi si cimenteranno nella riproduzione di un videogioco degli anni ottanta del secolo scorso.
La domenica, invece, viene dedicata alla robotica con laboratori per la realizzazione di robot con componenti riciclate e con un laboratorio organizzato da Comau che presenterà il suo nuovo robot e.Do.
Eventi speciali d’intrattenimento
La sera del sabato si terrà un DJ set con musica elettronica a 8 bit gestito da Fabio “Kenobit” Bortolotti, famoso dj dell’area milanese che ha lavorato per molte radio anche a livello nazionale.
L’iniziativa “a bit of [hi]story” del 2018 è organizzato dal Museo Piemontese dell’Informatica. L’evento ha ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino, ANCI, Associazione Italiana per l’informatica e il Calcolo Automatico – AICA e Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino. Partner dell’evento sono Gruppo Consoft, Sunnyvale, Synchroweb e Synesthesia. Media partner sono: ChimeraRevo, Italia Notizie, Lega
Nerd, Mole24, Mondo Japan, Need For Nerd, Quotidiano Piemontese, Turismo Torino e Provincia, ZeroMag.
Per partecipare alle attività di “a bit of [hi]story” a ingresso limitato, ci si può iscrivere. Scoprite come visitando il sito: www.abitofhistory.it
Son contento per te, anche se praticamente ne capisco ZERO di questi argomenti^^
RispondiEliminaMoz-
Spero di riuscire in quei giorni a fare dei reportage più o meno in diretta..
EliminaCi saranno altre occasioni dai!!
RispondiEliminaBell'evento, fa solo bene al paese!
RispondiEliminayess :D
EliminaDi sicuro l'informatica ha inciso molto sull'attività di producer e dj. Oggi fare il dj con mp3 e cd è molto più pratico.
RispondiEliminaIn effetti.. da avere due piatti e una montagna di dischi ora ti basta avere un portatile :D
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