domenica 22 aprile 2018

Le nerd-interviste: 59) Davide Aurilia & Brian Freschi

Stasera ritornano le nerd-interviste con gli autori di Gli anni che restano, che ho già recensito diversi mesi fa: Davide Aurilia e Brian Freschi! (DA= Davide Aurilia, BF = Brian Freschi)


- Come nasce questo libro? 

BF: Allora l’idea di questo libro è nata da un po’ di anni, tipo 2-3 annetti prima. Nasce anzitutto dall’idea di rappresentare un’ambientazione che mi è molto vicina, di mostrare dei sentimenti di amicizia strettamente connessi a una generazione che però non mi appartiene, ma comunque appartenuta a persone che mi sono state molto vicino e a cui devo molto, e che quindi avevo il bisogno di raccontare. E la scelta nasce da questo, essenzialmente. Oltre ad essere un’analisi sul senso dell’amicizia, che anche se ha una collocazione temporale può essere universale.

- E’ proprio un viaggio in Italia in diverse tappe..

BF: E’ un viaggio in Italia che ha tre tappe precise, che hanno anche un loro significativo. La prima tappa è legata al presente è Cesena, in Emilia Romagna, che poi è vicino a dove vivo io, e rappresenta per il protagonista la stasi. Cioè praticamente il senso di inconcretezza, cioè questo è un uomo che ha una compagna, un lavoro, una vita che però non lo rappresentano in pieno. La città successiva invece è Milano, nonostante quello che a volte si pensa di Milano, in questa storia rappresenta l’innocenza, ricordi puri quindi indelebili. Mentre invece Bologna, rappresenta sia nel suo passato sia nel suo presente (del protagonista Mauro) il cambiamento cioè il momento in cui qualcosa si spacca e lui deve andare incontro ad un nuovo senso della propria vita. Quindi nel passato ha consapevolezza che le persone che lo circondavano non lo comprendevano, o comunque stavano andando incontro ai loro demoni, e nel presente invece il perdonare questi comportamenti e perdonare anche se stesso per non essere riuscito a fare tanto per salvarli. Bologna è il cambiamento, un po’ anche a livello storico è ciò che per me rappresenta, la città del cambiamento, la città del passaggio.

- Parli anche del movimento della Pantera degli anni ’90, tu che a momenti dovevi ancora nascere..

BF: Esatto! Ho parlato con tante persone per documentarmi e ho fatto anche tantissime ricerche.

- Il movimento del ’68 è stato molto raccontato, invece tu sei andato a pescare un movimento più recente ma un po’ dimenticato..

BF: E’ recente, ma è stato un po’ l’ultima la scintilla degli albori del grande movimento, quel movimento che rappresentava quella generazione che non è riuscita a vivere gli anni d’oro della rivolta, ma allo stesso tempo sentiva sulle sue spalle la responsabilità comunque di fare tanto come la generazione precedente. E quindi hanno tentato di fare il movimento della Pantera, che poi è andata come è andata.. Si, ovviamente sono momenti che non ho vissuto, però dal momento che molte persone vicine a me li hanno vissuti sono riuscito a documentarmi.
Infatti la rappresentazione di quel movimento è stata complicata perché non avendolo vissuto, ho cercato in qualche modo di catturare l’atmosfera, quindi ho parlato con tantissime persone per riuscire a cogliere più aspetti possibili, in particolare della musica, che è un tema sempre ricorrente, e dell’ambientazione in sè.



- Avete proposto questo libro a Bao ed è stato accettato subito?

BF: Si, è stato subito preso in considerazione.

- Ha avuto anche un ottimo successo, anche di critica..

BF: Dal punto di vista critico è piaciuto a tutti, finora non abbiamo ricevuto critiche negative, il che ci fa anche molto piacere essendo il nostro libro d’esordio! Comunque ha avuto un riscontro.

- Per quanto riguarda i disegni, a me ricordava uno stile “francese”, un lettore del blog mi ha citato Taniguchi.. quali sono state le tue ispirazioni?

DA: Se ha citato Taniguchi sicuramente non ha visto bene! A parte gli scherzi,Taniguchi lo guardo sempre molto, guardo quel tipo di disegno e quel tipo di colorazione, e un altro è anche Cyril Pedrosa, che secondo me alla fine è quello che mi ha ispirato di più.

- Quindi la Francia non c’entra nulla..

DA: Beh comunque Pedrosa è un francese acquisito, è solo di origini portoghesi. Comunque alla fine il fumetto francese lo tengo sempre d’occhio, sia per la colorazione che per il tipo di disegno.

- Il fumetto come lo hai realizzato, ad acquerello?

DA: Si, è realizzato quasi tutto ad acquerello. Poi c’è qualcosa in post-produzione fatto con photoshop, però poi diciamo che le tavole al 90% sono fatte in acquerello, con photoshop ho fatto cose tipo le stelle..

- Un lavoro infinito quindi, quanto ci hai impiegato?

DA: L’obiettivo era di riuscire a realizzare il più possibile a mano. Ci abbiamo messo 6-7 mesi. Poi c’è stata la post-produzione, il lettering l’abbiamo fatto noi..

BF: Meno di un bambino!

- Ci sono anche delle pagine quasi monocromatiche!

DA: Si, il colore l’ho utilizzato in base ai cambi di scena ma anche in base a quelli che dovevano essere gli stati d’animo, gli umori dei personaggi, l’aria che si deve respirare in un posto piuttosto che in un altro. Diciamo che il colore l’ho utilizzato finalizzandolo a queste cose qua, più che dare una colorazione realistica: ho voluto dare la priorità a quelle che potevano essere sensazioni e sentimenti dei personaggi. Cioè volevo che non fosse una colorazione fine a se stessa, volevo aggiungere qualcosa in più a quello che già raccontava Brian, attraverso i colori.

- Progetti futuri: assieme, separati..

BF: Insieme abbiamo un progetto in mente che in fase di costruzione, oggi ci dobbiamo confrontare.

DA: Lucca era l’ultima volta che ci siamo visti..

- Ah non vi vedete spesso..

DA: Io sto a Milano!

BF: Io in Romagna, Cesena!

DA: Oggi avremo tempo per parlare..

- Quindi questo lavoro è nato a distanza!

BF: E’ nato sopratutto a distanza! Poi ci siamo sempre venuti abbastanza incontro, io sono andato spesso a casa sua a fare il lavoro di lettering sulle tavole, quindi a distanza ma non del tutto.

- State pensando già ad altre cose..

DA: Si, altre cose, singolarmente o anche con altri autori, disegnatori o sceneggiatori. Non ci precludiamo nulla, penso che sia giusto così!

BF: Si, esatto! Mentre insieme abbiamo un piano in mente che adesso dobbiamo definire.


6 commenti:

  1. Ricordo con piacere la recensione di quest'opera, mi piacerebbe molto leggerla! Poi due città su tre le conosco bene, soprattutto Bologna :)

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  2. Be' dai, 148 pagine in 7 mesi non sono affatto poche, anzi!

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    1. Grande Davide!! Cent'anni di Nerditudine: L'unico blog dove commentano anche gli autori! :D

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    2. Confermo e non è la prima volta che rispondono proprio a me! 😁

      Comunque pur non essendo del settore, conosco bene il culo che vi fate voi disegnatori 😉

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