Stasera per la serie delle nerd-interviste abbiamo Paolo Castaldi, l'autore di Allen Meyer, che ho incontrato al Gasp vol. 1 di Padova. Hanno partecipato all'intervista mia moglie e Teo Manzo, il cantautore che con il suo album "Le piromani" ha ispirato il lavoro di Paolo!
FP: Questo libro nasce ascoltando un album…
PC: L’idea del libro è nata ascoltando il disco di Teo Manzo che si intitola “Le piromani”. Io e Teo, a parte essere amici, in realtà abbiamo già collaborato ad altri lavori. E’ più o meno dal 2012 che ci incastriamo, io facendo magari le copertine dei suoi dischi.. abbiamo proprio una collaborazione che già dura da parecchio tempo. Io stavo scrivendo un nuovo libro che aveva le stesse tematiche di Allen Meyer, che però non non era sviluppato così, perché mi mancavano delle chiavi di lettura delle cose, cioè sapevo di cosa volevo parlare ma non sapevo come, quando ho ascoltato il suo disco ho pensato che la storia che raccontava nel suo disco, perché è un concept album, poteva veicolare tutti quei contenuti che io volevo trasmettere nella mia storia che però era raffazzonata. Quindi io ho detto a Teo: “Teo, io uso la tua storia, mi ispiro alla tua storia per raccontare delle cose che vorrei raccontare..”. E’ come una specie di supporto, è come avere un mezzo di trasporto per spostarsi da un punto A a un punto B, se lo fai a piedi ci metti tanto, se hai un buon mezzo ci metti meno, ecco tutto qua! Quindi da lì io mi sono ispirato. Il personaggio Allen Meyer è già un personaggio che è nel suo concept album, ed è un astronomo, però ad esempio non è ambientato nel 1800..
FP: Ma come ti è venuto l’idea di ambientarlo nel diciannovesimo secolo?
PC: Da un verso di una delle canzoni dell’album, che dice: “La notte delle barricate in via Montenapoleone”, che è una via famosa di Milano, adesso per la moda, però è una via molto centrale di Milano. E mi sono immaginato chissà perché le barricate del 1848 delle cinque giornate..
MV: Quindi da questa immagine è partito tutto!
PC: Da questa immagine ho detto: dev’essere bello ambientarlo tutto con le barricate, perché secondo me Teo si immaginava più una Milano un po’ distopica, un po’ tipo come un presente dove c’è una rivolta. Nella musica poteva starci, però a fumetti mi sembrava già visto e quindi ho detto: lo ambiento nel 1800 e basta!
MV: Però dicevi che hai preso spunto per raccontare un concetto che già volevi esprimere!
PC: Alcuni concetti che ci sono nel libro io avevo il desiderio di raccontarli..
MV: Quali?
PC: Ad esempio quello lì del fatto che adesso è un periodo dove c’è molta faciloneria nel credere un pò alle fake news. Tutti si prendono questo diritto di ergersi a conoscitori di qualunque cosa..
FP: La verità assoluta.
PC: La verità assoluta, i tuttologi.. Quindi il fatto che si sparga questa voce che la Luna che sta per cadere sulla terra e la gente inizia a crederci così un pò ciecamente e anche quando un astronomo ti dice “no guardate che questa cosa è impossibile” ma tu non gli credi è esattamente quello che succede adesso..
FP: Ad esempio con i vaccini!
PC: Bravissimo! E’ un po’ quella cosa lì, anche se i medici insistono a dire che non c’è un collegamento con l’autismo, c’è ancora chi dice: per me è così! Questo qua ad esempio è uno dei collegamenti più diretti, io volevo parlare di questo concetto qui. Quindi questo è uno dei concetti che ad esempio volevo esprimere, l’altro è sicuramente il collegamento tra l’artista e la sua opera, quindi il parallelismo fra Martino che vive nel presente..
FP: Ma Martino Rea è un alter ego di Teo Manzo?
PC: In realtà grazie a Dio non è il suo alter ego, Teo è un po’ meno triste..
FP: Perchè nel fumetto ho visto in una vignetta una targa Tenco, so che Teo è stato candidato..
PC: Quello è più un mezzo narrativo per spiegare a chi leggeva e che magari ne sapeva un po’ di musica, io volevo far passare tramite quella pagina lì o anche tramite i messaggi che gli arrivavano su Facebook che lui non era esattamente uno sconosciuto, cioè che comunque era una persona che tutto sommato aveva un seguito, perché mi serviva per creare un contesto. Quindi in quel momento mi è servito per quello. Però non è un alter ego, non è ancora a quel livello di depressione!
TM: Mai stato!
PC: Queste sono le due cose che avevo già intenzione di far passare.
FP: Ti leggo dei commenti dal mio blog alla mia recensione del tuo libro.
PC: Pensavo che nei blog non scrivessero più!
FP: No no, anzi! “Non è un fumetto, è davvero un insieme di piccoli quadretti. Complimenti all'autore.”
PC: Grazie mille!
FP: “Sa di opera molto sperimentale!”
PC: Sa di opera molto sperimentale…ni!
FP: Sai i miei lettori magari hanno visto solo una pagina del tuo libro.. “Belli i disegni, più da libro illustrato che da fumetto.” Ma questo te lo chiedo io: come nascono tecnicamente i tuoi disegni?
PC: Io avevo il pallino di fare una roba tutta a matita da due-tre anni, da quando ho letto un fumetto che si chiama Siberia di Nikolaj Maslov, che è un libro a fumetti un pò sfigato, in realtà ha avuto un po’ successo in Francia ma in Italia non se l’è cagato nessuno, ed è uscito per Alet, che non è neanche una casa editrice di fumetti, che non so l’ha trovato in qualche catalogo di fumetti francese e l’ha pubblicato. Questo fumetto è stato disegnato da questo operaio russo che vive in Siberia che aveva questa passione per i fumetti, solo che lui facendo l’operaio e vivendo in Siberia anche in condizioni piuttosto diciamo umili, aveva solo le matite a disposizione, una matita grigia! Allora ha fatto tutto questo fumetto che è quasi diciamo una biografia, anche se non c’è esattamente lui, ha cambiato nomi, però è una biografia che racconta la vita degli operai in Siberia così. E mi sembrava molto bella questa cosa che con un mezzo così umile (cioè tutti hanno una matita no?) tu puoi raccontare un mondo.
MV: Quindi è tutto disegnato a matita!
PC: Si, però poi in realtà ho aggiunto un po’ di acquerello grigio..
FP: Sembrava quasi carboncino..
MV: Io pensavo che fosse carboncino..
PC: No in realtà è tutto matita, è che è molto grassa, alcuni matite sono tipo 9B quindi ovviamente è quasi carboncino, però in alcune sequenze il colore è dato in digitale, però volevo proprio che fosse una roba molto lieve, che non mi rovinasse il disegno, mi serviva per piani narrativi diversi, per dare uno a colori uno in bianco e nero.
MV: E’ un progetto che ti ha assorbito parecchio tempo!
PC: Si, il libro tra l’altro l’ho scritto a Padova (questa è una curiosità!) a maggio del 2016 poi l’ho iniziato a disegnare dopo Lucca Comics del 2016, è uscito a Lucca del 2017 quindi un anno di disegno intero!
MV: Complimenti! Anche per la dedizione al lavoro, non è da tutti!
PC: In realtà volevo fosse più corto, non avevo fatto un piano specifico, quindi vedevo prima 120 pagine, poi 130, poi dicevo “sto libro non finisce mai!”, solo che non ho voluto accorciare per finire prima, cioè volevo dargli tutto lo spazio che meritava, piuttosto arriviamo a 200 pagine!
FP: I dialoghi sono molto scorrevoli..
PC: Si, io non è che ho una scrittura molto densa, quindi.. Anche nei miei vecchi libri ha molto spazio il disegno, anche perché non è che io sappia scrivere benissimo, quindi cerco di giocarmi altre carte.
MV: Quindi Teo Manzo non ti ha dato una mano a scrivere..
PC: Allora, partendo dal principio, in realtà prima del disco credo ci fossero delle poesie di Teo, alcuni versi delle poesie sono state riprese, tipo l’ultimissima sul finale, e poi credo anche qualche verso qua e là, adesso non mi ricordo esattamente, però quelli sul finale sono versi suoi. Però a lui gli facevo leggere mano a mano le sequenze ma così perché mi interessava avere un punto di vista di una persona direttamente interessata, ma non credo che tu, si forse mi dicevi “ma qua non funziona”, non mi ricordo però…
TM: No, sulla scrittura no, nel senso che è tutto scritto da Paolo. Tra l’altro lui ha fatto una cosa, cioè la vera trovata diciamo originale secondo me di questo libro è che Paolo ha preso una storia che sì ho scritto io, ma lui l’ha presa e l’ha messa in un contesto storico. Cioè lui ha ambientato la mia storia, l’ha contestualizzata nella Milano risorgimentale, che è stata la vera trovata geniale di questa cosa, perché la mia storia era una storia così molto favolistica, astratta e senza un contesto. Lui ha preso delle mie citazioni di alcune cose, del Risorgimento italiano e milanese, e ha messo tutta la storia dentro quella cosa, quindi in realtà l’opera poi è originale sua, per la verità.
FP: Che cosa si prova a vedere il proprio album trasformato in un fumetto (domanda un po’ alla Marzullo)?
TM: In realtà io l’ho visto come diceva Paolo mano a mano perché lui me lo faceva vedere, quindi in realtà io mi sono abituato. La cosa che è stata emozionante sono i significati che lui ha messo nel libro che è riuscito a sublimarli attraverso il disegno. Quindi è emozionante non tanto che lui abbia fatto un libro, ma che alcuni miei pensieri su questa storia così escano in maniera così forte in alcune tavole, sono proprio delle emozioni visive che io che faccio le canzoni non sono abituato a vedere realizzate in questa forma, quindi è emozionante questo, più che lui abbia scelto perché siamo amici di fare un libro su una cosa.
FP: Ultima cosa, progetti futuri? Ho già visto che hai fatto un passaggio di campo..
PC: Ne ho fatti due in realtà, ce ne sono due di passaggi. Una consuetudine ormai degli ultimi anni ma per me è una cosa fondamentale che faccio già da Maradona è quella di organizzare dei tour di presentazione perché secondo me è fondamentale. E già con Maradona mi accompagnavo come dicevo prima con Teo perché lui aveva scritto un pezzo dedicato al libro, dedicato è una parola grossa, ispirato al libro, quindi facevamo già dei live painting come stasera faremo.
MV: Il processo contrario quindi!
PC: Si, praticamente si! Adesso c’è il processo contrario, però sempre gireremo per proporre comunque il libro quindi sicuramente saremo tutto il 2018 a presentare Allen Meyer in giro. In più adesso sto disegnando su una sceneggiatura di Lorenzo Palloni un libro che non c’entra niente perché in realtà è un contenuto molto più commerciale, sui super-eroi, per Shockdom, che sta lanciando questo progetto che si chiama Timed, dove hanno collaborato Marco e Giulio Rincione, Jessica Cioffi, insomma ci sono dei bei nomi, c’è Mattia Surroz, ci sono dei bei nomi sopratutto del panorama più giovane. Quindi stanno cercando di fare questo universo super-eroistico italiano, in maniera molto coraggiosa, perché anche a livello economico stanno investendo tanto. Io adesso sto disegnando proprio un volume di questa collana che finirò tra un paio di mesi e uscirà a Napoli, quindi fine aprile 2018. E in parallelo sto iniziando a lavorare ad un libro per appunto Feltrinelli Comics, che è questa nuova collana di Feltrinelli, diretta da Tito Faraci, che mi ha coinvolto quest’estate, mi ha chiesto di farne parte. E quello sicuramente un nuovo step, perché innanzitutto è avere a che fare con una realtà che non è più indipendente per quanto solida come BeccoGiallo ma con una realtà super strutturata. Io spero che mi porti anche ad una crescita, perché comunque in BeccoGiallo io avevo un confronto molto diretto con Guido Ostanel che è uno dei due editori che fisicamente mi ha aiutato anche proprio nell’editing di tutto il libro, cioè quasi la sceneggiatura l’abbiamo fatta davvero assieme perché ci scambiavamo molto. In Feltrinelli è tutto molto più strutturato, quindi ovviamente le dinamiche sono diverse. In Feltrinelli ognuno ha il suo ruolo, quindi ci sarà un editor che seguirà il mio libro, e sarà dedicato solo a quella cosa là, poi c’è Tito che avrà un altro ruolo, poi ci sarà il direttore editoriale che ne avrà un altro ancora. E’ un po’ ripartire da zero, in BeccoGiallo c’è anche molta fiducia quindi quasi potevo fare quello che volevo, è bello, però ad un certo punto non ti aiuta più neanche a crescere. Quindi sono contento di questa roba qua, e uscirà a Lucca 2018!
Il fatto che sia disegnato tutto a matita e poi acquerellato in qualche punto... lo rende fantastico!
RispondiEliminaBeh, chi non è vittima (anche indiretta) delle fake news e dei tuttologi? Ne conosciamo sicuramente qualcuno.
Bella l'ispirazione musicale.
Moz-
Sicuramente è stato un lavorone! Già con le fake news abbiamo a che fare tutti i giorni con amici, parenti o colleghi..
EliminaAcquerello? Caspita, pensavo fosse fatto tutto a matita. Bravissimo davvero!
RispondiEliminaGià, gli ho letto anche i complimenti che mi avevate scritto al momento della recensione del libro :)
EliminaBellissima intervista! non conoscevo Castaldi, sembra un fumettista veramente molto in gamba :D
RispondiEliminaGià! Molto bravo, simpatico e gentile! :) Al prossimo Gasp dovresti venire anche tu Kiral!
Elimina"Teo Manzo" sembra un personaggio da cartone animato tipo Johnny Bravo 😝 Comunque non lo conosco questo cantante (ma io di musica moderna sono totalmente ignorante).
RispondiEliminaI blog esistono ancora e stanno tornando alla ribalta!
Grazie per aver menzionato il mio commento!
Mi ha incuriosito anche il fumetto che non si è inculato nessuno, soprattutto perl'aneddoto sull'autore con poche disponibilità economiche.
E mi incuriosisce sia il progetto supereroi italiani, ai quali non avrei dato un soldo ma che dopo il film Lo Chiamavano Jeeg Robot hanno dimostrato di saperci fare più degli americani, che hanno inventato il genere, sia la Feltrinelli di Faraci.
Si, diciamo che la chiaccheratona con Castaldi è stata molti interessante! Anch'io sono curioso sia del progetto dei supereroi della Shockdom che di quello della Feltrinelli!
Elimina