Stasera per la serie delle nerd-intervista abbiamo uno scrittore horror nonchè creatore della serie a fumetti The Noise, che ho incontrato al Rovigo Comics: Pietro Gandolfi!
- Ciao Pietro e grazie per l'intervista, parlami di The Noise..
The Noise è nato come un’autoproduzione, poi siamo approdati in edicola con un'uscita, non si sa ancora se ci sarà un seguito ma penso di si. E’ un’autoproduzione nel senso vero del termine: ci autoproduciamo e ci finanziamo da soli però questo ci lascia una libertà creativa, anche leggendolo vedrai non ci sono paletti narrativi imposti dai soliti editori italiani nè graficamente nè poi a livello narrativo. Infatti a livello narrativo è un genere che un pò mancava secondo me, qualcosa si sta muovendo anche grazie ad altre realtà, però è come se continuassimo un discorso che si era fatto negli anni ’90 quando c’era stato il boom delle testate horror in Italia, tutte quelle che avevano seguito Dylan Dog, e anche Dylan Dog, non è che gli siamo poi così distanti. Prende ispirazione sopratutto dal cinema americano tipo new horror di Carpenter, Cronemberg e via dicendo, e la letteratura splatter, Raymond, Baker, tutti quegli autori lì. E’ come fosse un romanzo anni ’80, però fatto a fumetti.
- La storia?
La storia è semplicissima, c’è un rumore che irrompe dal nulla, c’è chi rimane immune, che chi ne viene infastidito, e c’è chi sbarella del tutto. Da lì partono le storie che ti dicevo, differenti personaggi di cui seguiamo il percorso. Il rumore è semplicemente una scusa per raccontare una storia horror tradizionale, solo che secondo me, almeno in Italia, è caduto talmente in disuso questo genere, che ormai sembra quasi di fare una cosa nuova, nonostante sia un genere tradizionale.
- E’ vero perché gli stessi Dylan Dog o Dampyr sono un pò edulcorati..
Si, da una parte hanno avuto un problema di censura o comunque una scelta editoriale, dall’altra si sono evoluti in qualcosa di differente.
- Mi ricordo l’albo “Il male” di Dylan Dog, splatter al massimo!
“I conigli rosa uccidono” , era splatter a manetta!
- Con gli effetti reali dei cartoni animati nella vita reale, con l’incudine che cade in testa ad un uomo!
Esatto, all’epoca il genere era in auge, però si può raccontare un horror altrettanto potente anche senza per forza ricorrere allo splatter o usandolo nelle giuste dosi. Io faccio così diciamo.
- Quindi splatter ma dosato!
Splatter, ma non è gratuito, non è che è una carneficina dall’inizio alla fine! La storia c’è, credo sia solida, stiamo andando avanti, adesso uscirà il numero 5, poi 5 e mezzo, proseguiamo. Per ora abbiamo fatto due uscite all’anno adesso stiamo cercando di farne tre. Lo zoccolo di lettori si è formato, è una piccola realtà che ha un buon successo, anche grazie poi all’uscita in edicola che ci ha portato dei risultati..
- Con che casa editrice siete usciti in edicola?
Per Editoriale Cosmo.
- Invece i tuoi romanzi sono sempre di genere horror?
Si, anche The Noise nasce come un romanzo, invece di sistemare un romanzo l’ho tradotto in sceneggiatura. I miei romanzi appartengono sempre a questo genere, vado dal thriller all’horror, poi magari l’horror quello un pò più spinto.. Alla fine è un genere tradizionale, e lì nei romanzi è qualcosa che nelle nostre librerie manca ancora di più, perché ormai questo genere viene ormai pubblicato pochissimo, mentre in America c’è, e funziona ancora alla grande. Noi si arriva sempre a Poe, Lovecraft..
- Stephen King..
Stephen King, ma non perché è horror, perché è Stephen King! Ormai anche lui si è evoluto.. Da noi no, non c’è questa tradizione, e quindi è un pò una lotta contro l’ignoto, ma vabbè, a me piace il genere, quindi finché posso, combatto in questa direzione!
- Complimenti per la maglietta! (Pietro aveva una maglietta con la locandina di “Paura nella città dei morti viventi” di Lucio Fulci ndr)
Fulci è il classico esempio dell’italiano che è andato in giro per il mondo con il suo lavoro.
- Si è conosciuto più all’estero che da noi. E hai pure la maschera di Jason al collo vedo! (Pietro aveva una collana con la maschera di Jason ndr)
Jason funziona un pò da santino, invece del crocifisso porto in giro Jason!
- Io i Venerdì 13 li ho visti tutti, anche quelli più trash!
Per me rimane un buon simbolo di quello che faccio, un tipo di horror che comunque rimane onesto, rimane bello, con della ciccia, no?
- Negli anni ’80 cosa ti piaceva?
Io adoro Stuart Gordon e Brian Yuzna..
- Ah quindi roba bella tosta! Tipo Reanimator..
Reanimator, Society, quel genere lì lo adoro. Poi mi piace Carpenter, il nostro cinema italiano fino ai primi anni ’90 mi piace, mi piace Soavi, Fulci e anche Bava, però più il cinema americano. Poi recentemente nei primi anni ‘2000 il cinema francese, il cinema spagnolo, il cinema inglese ha fatto delle cose valide.
Grazie a Pietro per l'intervista!
Non lo conoscevo... questa intervista mi ha incuriosito sul prodotto!
RispondiEliminaSe ami il genere horror, te lo consiglio!
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