venerdì 30 giugno 2017

Le nerd-interviste: 33) sTUDIOpAZZIA

Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un fumettista che ho incontrato al RovigoComics, di cui ho già recensito la sua opera prima Bambini: sTUDIOpAZZIA !

- Ciao e grazie per l'intervista, “sTUDIOpAZZIA”, ma sei solo tu o siete un collettivo?

Si, nel mio egocentrismo mi sono chiamato come uno studio intero!


- Quindi è la tua identità d’artista!

Si, è un nome che mi sono dato più di dieci anni fa e che mi è rimasto appiccicato!

- Parlami della tua opera prima, Bambini.. 

Bambini è una serie, non ha una forma fissa. Ho iniziato proprio dieci anni fa a raccontarla come storie in formato striscia. Strisce che riprendevano molto da quelle che erano le classiche strisce alla Calvin & Hobbes, Peanuts, queste sono le influenze. E sono andato avanti circa cinque anni, dal 2007 al 2011…

- Dove le pubblicavi?

Sempre sul web,  ho il mio blog, poi su Facebook, poi mi cancellavo, poi mi rimettevo..

- Ultimamente tanti artisti provengono dal web!

Si si, su Shockdom ho avuto un blog, tutto il mondo del web. Che poi faceva la sostituzione di quelle che erano le classiche fanzine stampate.
Arrivato ad un certo punto ho deciso di smettere con le strisce, perché non ero più soddisfatto, nel senso che mi trovavo ad avere un prodotto che andava avanti più per metodo che per qualcosa che avevo da raccontare. Un pò alla volta però sono ritornati i personaggi, sono sempre gli stessi, che però vengono raccontati con la formula della storia breve. Storie che possono essere di una pagina solo, due e tre, fino alle 24 pagine delle storie un pò più lunghe. E quindi questi personaggi diventano un pò il pretesto per raccontare uno specifico ambiente, che è la campagna veneta e dei specifici anni che sono gli anni ’90, quelli che erano semplicemente gli anni della mia infanzia. E spesso si parte da uno spunto più comico, più leggero, per poi magari raccontare qualcosa di un pò più serio, non di biografico ma comunque ha un’ambientazione biografica, proprio per un’esigenza di raccontare quello che è attorno a me, specialmente in questi anni in cui emergono tanto le identità specifiche, basti pensare a quella che è tutta la scena romana o anche milanese. Credo che qualsiasi ambiente abbia qualcosa da dire, qualcosa da raccontare, ed è quello che viene fuori spontaneamente con i miei fumetti.


 - Le tue influenze a cui hai già accennato sono i Peanuts, Calvin & Hobbes…

Soprattutto Calvin & Hobbes, nel contrasto fantasia e realtà. Ogni personaggio poi ha una propria passione, ed ha delle proprie fantasie, che poi emergono in quelle che sono le loro identità.

- Questo è il tuo primo volume?

Si, questo è il primo volume, ci sono comunque altre storie che si trovano nella pagina che sto utilizzando da archivio o anche nel blog. L’idea è magari di riuscire a fare altri volumi per poter arrivare poi a raccontare storie che ci sono già, gli stessi protagonisti però nell’età più giovane quindi giovanile, adolescenziale, tardo-adolescenziale e magari anche adulta. Nel mio blog se ne trovano anche squarci.. La cosa divertente è riuscire a far emergere il bambino che abbiamo dentro in una persona che dovrebbe essere adulta! Più passa il tempo più mi rendo conto che le persone non maturano ma invecchiano semplicemente, e quello che eravamo da bambini in realtà ce lo trasciniamo. E forse nella nostra generazione è sempre più radicata questa cosa qua.

- Quindi i tuoi progetti futuri sono di realizzare un altro volume..

Ma io nella vita faccio tutt’altra cosa, però il fumetto è una forma espressiva, è un mezzo comunicativo che credo mi appartenga. E quindi comunque penso che continuerò, più volte ho detto “smetto” e poi sono qua, quindi.. Io sto tenendo anche un corso di fumetto per ragazzi delle superiori, e sono sempre più convinto che appunto il fumetto è un mezzo, è una forma espressiva, che non deve appartenere solo al professionismo. A scuola noi impariamo tutti a fare il tema, ma non tutti diventano scrittori. Facciamo tutti educazione artistica, ma non tutti diventano pittori. Credo che anche il fumetto, per chi lo voglia, possa essere benissimo un mezzo per comunicare qualcosa, per raccontare, senza dovere per forza diventare dei professionisti.

- Tu disegni da sempre in pratica..

Da sempre, si. Che poi io ho iniziato a disegnare “bene” da bambino quando ho scoperto i fumetti, nel senso che a casa mia i fumetti ci sono sempre stati, mio papà li ha sempre letti, ma fino che non ho trovato i personaggi che però io volevo..

- Cioè che personaggi?

E’ iniziato col cartone degli X-Men, quello del ’92!

- Discutevo anche con un altro fumettista (Enrico Simonato ndr) che ora c’è internet ma una volta non c’erano molte possibilità di “copiare” disegni..

Il primo disegno in cui mi sono accorto che riuscivo è perché avevo preso l’album delle figurine degli X-Men!

- Ecco gli album delle figurine è un’altra cosa in cui molti fumettisti si sono formati!
  
Io avevo questa fissa con Wolverine! Quindi da lì ho voluto iniziare a leggere le storie vere, quindi i fumetti, dopo poco quando non arrivavano regolarmente sono passato all’Uomo Ragno e ho scoperto il personaggio che più mi apparteneva, e dopo crescendo le influenze aumentano, si passa più ad una passione per gli autori che al personaggio in sè…

- Magari si impara a riconoscere il tratto degli autori..

Si, sai che una storia di Alan Moore può anche essere sul peggiore dei personaggi ma lui lo valorizzerà!
E a scoprire anche modelli di fumetti che proprio per la potenzialità del mezzo.. cioè adesso ci sono reportage a fumetti, ci sono interviste..

- Come i miei amici di BeccoGiallo!

Infatti stavo proprio pensando a loro, a Claudio Calia..

- Il mio amico Claudio! Ma tu da dove provieni come città?

Io sono originario di Lendinara, poi negli ultimi anni ho vissuto a Treviso per lavoro. Adesso mi sono da poco trasferito a Padova.

Ciao a sTUDIOpAZZIA e grazie per l'intervista!

6 commenti:

  1. Non lo conoscevo... sto dando un'occhiata al suo blog e mi piace.
    Mi sono messo subito tra i lettori fissi, appena avrò un po' più di tempo gli darò un'occhiata più accurata.

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    1. L'ho visto anche oggi a Palmanova, sempre gentilissimo! E mi fa piacere che il mio lavoro di "nerd-influencer" funziona 😆

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    2. Continua sempre col tuo lavoro, perché sicuramente ci sono altre persone che non commentano ma che capitano per caso nel tuo blog, oggi o tra qualche anno!
      Io col mio blog sono andato avanti una decina di anni senza che nessuno mi commentasse, salvo una volta che trattai un argomento come l'omosessualità...

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    3. Hai ragione, anch'io ho passato mesi senza un commento, ho pure avuto un boom di visualizzazioni con certi autori intervistati, ma commenti 0! Per avere un commento ho dovuto fare un give-away :D Ora vedo che qualcosa si è sbloccato!

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