Ciao Enrico e grazie per l'intervista, una domanda classica: come hai iniziato?
In realtà non c’è un giorno in cui ho iniziato a disegnare, perché ho iniziato fin da bambino. Ho avuto la fortuna di avere tanti fogli di carta a casa perché mia mamma lavorava come segretaria all’interno di una scuola, e lei svolgeva anche dei lavori a casa di battitura a macchina, così avevo risme di carta disponibili tutto il giorno per disegnare. E quindi era il mio strumento di gioco, lo usavo proprio per creare dei miei giochi o i miei disegni, sfogavo tutta la fantasia nel disegno!
Poi sicuramente una buona colpa, se vogliamo dargliela, è degli anime giapponesi che mi son visto da bambino, perché mi hanno sicuramente influenzato nell’immaginario. Mi hanno spronato a provare a replicare i cartoni animati su carta, a provare a copiare le figurine dell’album delle figurine più in grande, sicuramente quello è stato importante per me.
- Hai ragione che gli album delle figurine sono stati importanti: una volta non c’era internet, quindi o uno aveva il videoregistratore oppure..
Infatti, poi anche la distribuzione dei fumetti era pressoché inesistente, c’era Topolino, non esisteva il manga…
- Forse c’era qualcosa su..
C’era qualcosa nel Corriere dei piccoli, però non me lo prendevano i miei, non lo conoscevo neppure, sarò sincero!
E quindi ho iniziato a disegnare fin da bambino. Poi alle superiori ho fatto il liceo artistico indirizzo architettura e design, quindi non ho mai fatto copia dal vero, la modella, queste cose qua, però una buona base di teoria del colore, di anatomia, di disegno a mano libera c’era. Ho continuato a seguire la strada dell’architettura laureandomi a Venezia, allo IUAV, e tutt’ora è il mio lavoro. Questo è sicuramente, anche per quantità di ore che mi occupa durante la settimana, il mio secondo lavoro se vogliamo, alla pari con l’altro. Mi occupa molto tempo!
- Magari questo è il lavoro che ti piace di più!
Anche l’architettura è una bellissima professione, molto stimolante, non ci si ripete mai se si segue la parte più creativa della progettazione. Non faccio catasto, non faccio pratiche edilizie…
- Robe noiose..
Seguo solo la parte più divertente del mestiere dell’architetto, la progettazione pura, e la restituzione in disegni o rendering di quello che hai progettato, quindi anche lì ricopre una parte molto divertente del lavoro. Entrambi i lavori mi piacciono molto, sono differenti tra loro, hai un bagaglio culturale diverso per entrambi però nel fumetto saper disegnare bene le prospettive e le architetture è certamente un vantaggio, senza affidarsi a reference, foto o altri stratagemmi per ovviare al problema. E quindi da quel punto di vista lì mi sento abbastanza sicuro.
- Ora hai realizzato anche un libro.
Si, mi sono auto-prodotto il libro a novembre, raccoglie tutti i disegni che ho realizzato nel 2016. So che è una scelta infelice scrivere Artbook 2016 e pubblicarlo praticamente nel 2017 perché sembra già vecchio, ma in realtà è nuovo perché all’interno ci sono solo disegni realizzati in questo anno passato. Tra una fiera e l’altra, quando sono a casa, ho messo insieme queste illustrazioni, e ho voluto raccoglierle tutte assieme. Sto già lavorando al prossimo, che sarà invece stampato in orizzontale.
- Perché in orizzontale?
Perché mi scocciava avere disegni orizzontali rappresentati due su una pagina. Allora il prossimo libro sarà solo di disegni orizzontali. E raccoglierò la matita, a volte anche la bozza e poi il colore. Qualora esistesse, perché magari è una commission venduta, anche il colore a mano, non digitale. Quindi sarà un libro più tecnico, che va a esplorare tutte le varie tecniche di disegno che uso, che sono svariate..
- Tu cosa prediligi come tecnica, disegno a mano comunque?
Disegno a mano sempre, parto sempre dal disegno a mano, a matita. Poi per la colorazione, quando ho tempo mi piace dipingere a mano, purtroppo il tempo non c’è mai e spesso mi ritrovo a dover colorare in digitale. Per avere una resa da cartone animato, tipo i cel (i fogli di acetato alla base dei cartoni animati ndr) un tempo dipingevo sui fogli di acetato con gli acrilici, adesso invece lavoro con Photoshop utlizzando la stessa tecnica che avrei fatto a mano con la stessa resa.
- Stai realizzando anche un fumetto?
In realtà è un fumetto che ho realizzato nel 2007 per un concorso indetto dalla Kodansha, casa editrice giapponese, quello delle quattro stagioni. Mi era rimasto sto pallino di finirlo, perché è un fumetto auto-conclusivo di 16 pagine, ma in realtà avrebbe un ciclo narrativo molto più ampio, potrebbe essere sviluppato alla Star Trek: cioè tanti mini episodi, da 16 pagine, che raccontano mini storie auto-conclusive che però nell’insieme ti raccontano in un arco narrativo più grande una storia completa. Adesso ho avuto una sera molto prolifica e ho scritto tre capitoli, come sceneggiatura, perché io sono autore completo, scrivo, disegno, coloro faccio tutto io!
- Di cosa tratta?
E’ di fantascienza, e tratta di due esploratori spaziali in cerca di forme di vita alternative al loro pianeta. Quella è la scusa per trovare location sempre diverse, e la fantascienza sarebbe alla Asimov, quindi non è incentrata sull’azione o necessariamente sullo stupire, ma più su quelle che possono essere domande o drammi esistenziali legati all’universo e a tutto quello che ti può dare il tema della fantascienza rispetto alla normale narrativa.
- Alla Interstellar o Arrival: non sono importanti gli effetti speciali ma la storia..
Esatto, più psicologica, alla Asimov appunto. E adesso sto lavorando a quello, e vorrei interrompere un pò la mia presenza alle fiere, che finora è stata costante, per concentrarmi su quel materiale lì da finire, perché ci credo e ci tengo. Farò un crowdfunding quasi sicuramente, oppure faccio la stessa strada di quel libro, ma probabilmente tenterò il crowfunding. Finirò tutti e tre i capitoli, aggiungerò il quarto, che è quello che ho finora portato alle fiere, perché era già disponibile finora alle fiere, ma adesso l’ho terminato, e quindi sarà un fumetto di circa 50-60 pagine a colori. La mia idea è di distribuirlo sia online che alle fiere, se poi ci sarà qualcuno di interessato, non è che disdegno anche la casa editrice, però preferisco scriverlo a modo mio senza restrizioni poi un giorno, se qualcuno si adegua a quello che ho scritto…
- Ho intervistato molti autori che sono partiti dal web o autoproduzione ed ora lavorano con case editrici
Si avevo anche una mezza idea di sentire una casa editrice, però quasi quasi mi arrangio, tanto è un mio feticcio quel fumetto lì, è una cosa che che voglio fare per conto mio. Finora a chi l’ha letto è piaciuto, tra l’altro dietro questo fumetto c’è dietro tutta una sega mentale enorme, perché ho costruito l’intero pianeta che visitano in soli 16 pagine in 3D, e ho inserito le telecamere in varie location, per poi ridisegnare tutto a mano, il tutto per avere coerenza tra un’inquadratura e l’altra.
Siccome il pianeta è realizzato tutto in microscaglie metalliche, era complicato rendere in ogni inquadratura la stessa superficie, gli stessi edifici. Poi ho fatto anche delle ricerche a livello di architettura per realizzarlo. Emblematiche queste due tavole, il foro con diverse inquadrature è perfettamente coerente una vignetta con l’altra. Però è tutto disegnato a mano.
- Sono particolari che spesso nei film sbagliano..
No, è scientificamente corretto, anche archettonicamente corretto. Sta tutto in piedi!
Grazie ancora a Enrico per l'intervista!
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